A Borgo Lizori di Campello sul Clitunno dal 5 al 7 luglio 2023 il workshop internazionale “Lizori. Segni e Dialoghi”

Docenti, ricercatori, studiosi, artisti di rilevanza internazionale si incontreranno a Lizori per dialogare intorno alla valorizzazione del paesaggio e dei borghi rurali umbri

Campello sul Clitunno (Pg), 1 luglio 2023 – A Campello sul Clitunno lungo la fascia olivata fra Assisi e Spoleto, si scorge e spicca nel paesaggio, un segno insediativo triangolare di origine medioevale con la sua torre sommitale: è Lizori, un luogo che era abbandonato negli anni Settanta, che oggi è tornato a splendere nel paesaggio, anche grazie allo stimolo, alla cura e alla valorizzazione dato dalla Fondazione di Ricerca Scientifica e UmanisticaAntonio Meneghetti, che, sotto la guida della sua Presidente Pamela Bernabei, promuove qui cultura, ricerca, sperimentazione e innovazione.

In tale contesto, nel castello di Pissignano Alto, si stanno attuando dei percorsi di indagine che vedono i professori Fabio Bianconi e Marco Filippucci del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, fautori di molteplici studi sul luogo, nell’analisi delle qualità presenti e sul rapporto eccezionale che si crea fra architettura, paesaggio e natura. Nell’ottica di prosecuzione del percorso intrapreso da tempo di valorizzazione del paesaggio e rigenerazione dei borghi, i due docenti in collaborazione con la Fondazione, hanno organizzato il workshop internazionale di rappresentazione del paesaggio dal titolo “Lizori. Segni e Dialoghi”.

 

Il workshop, che si propone di indagare i temi della valorizzazione dei borghi storici attraverso la rappresentazione intesa in senso ampio come processo di indagine e conoscenza, si terrà nel borgo di Lizori (Pissignano Alto), dal 5 al 7 luglio 2023 e coinvolgerà docenti, ricercatori, studiosi, artisti di rilevanza nazionale e internazionale, che dialogheranno attraverso i segni vivendo nel borgo per realizzare opere e sostanziare un dibattito che culminerà in un libro incentrato sul tema della valorizzazione dei borghi rurali, delle comunità resilienti e della memoria collettiva. Al centro è posta l’architettura, una disciplina che è al contempo un’arte, etimologicamente legata al “fare”, una “techné”, in senso classico che si lega all’abitare, che non significa soltanto vivere uno spazio, ma entrare in una relazione con un ambiente che influenza la nostra vita.

Per queste ragioni sono stati selezionati dai docenti dell’Università di Perugia personaggi di grande calibro internazionale: Franco Purini, architetto, saggista internazionale, docente universitario e grande disegnatore; Gian Piero Frassinelli, architetto fondatore del gruppo Superstudio di Firenze che ha fatto anche lui la storia dell’architettura italiana; sempre di Firenze, docenti di architettura, sono Stefano Bertocci e Sandro Parrinello; Emanuela Chiavoni, grande esperta del disegno ad acquerello, è docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Ruggero Lenci, architetto, saggista e poliedrico artista, è invece docente di Composizione Architettonica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Raffaele Federici è docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Perugia, oltre ad essere un pittore stimato a livello internazionale; Valerio Morabito, docente presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si occupa di architettura del paesaggio, è un artista che ha vinto molteplici premi internazionali; Fabrizio Ciappina architetto di Messina, esperto di acquerello, così come Fausta D’Ubaldo, romana, formatasi con il maestro Pedro Cano; Elisabetta Silvestri è una stimata pittrice di Foligno e Claudio Patanè, architetto, ricercatore, si interessa della rappresentazione del paesaggio urbano, con grande attenzione all’uso dell’acquerello.

 

Mercoledì 5 luglio 2023 si terrà la prima giornata con la presentazione del workshop. La giornata sarà introdotta da Pamela Bernabei, Presidente della Fondazione di Ricerca Scientifica e Umanistica Antonio Meneghetti, interverranno poi Fabio Bianconi e Marco Filippucci, che illustreranno il progetto, lasciando poi spazio al lavoro degli architetti ed artisti nel Borgo Lizori. La giornata si chiuderà con l’intervento di Bernardino Sperandio restauratore, che racconterà la storia del Borgo di Pissignano Alto – Borgo Lizori.

La seconda giornata, giovedì 6 luglio, sarà interamente dedicata al lavoro nel Borgo Lizori, mentre venerdì 7 luglio dopo la mattinata dedicata al lavoro degli architetti ed artisti nel Borgo Lizori, si terrà, alle ore 17:00 un momento conclusivo di incontro e confronto aperto al pubblico, al quale interverranno Pamela Bernabei, Presidente della Fondazione di Ricerca Scientifica e Umanistica Antonio Meneghetti ed i membri del Comitato Scientifico che ha dato vita al progetto: Giovanni Gigliotti, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale; Marco Petrini Elce, Ordine degli Architetti di Perugia; Gianluca Fagotti, Ordine degli Ingegneri di Perugia; Daniele Porena, Università degli Studi di Perugia; Fabio Bianconi, Università degli Studi di Perugia; Marco Filippucci, Università degli Studi di Perugia; Matteo Clemente, Università degli Studi della Tuscia, Luca Radi, referente per la Fondazione, Fabrizio Fiorini, già docente dell’Università di Perugia, e gli architetti/artisti coinvolti nel workshop.

“Rappresentare significa conoscere” affermano Fabio Bianconi e Marco Filippucci ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia“si può descrivere un oggetto, uno spazio, ma finché non si rappresenta quello che si sta indagando, non si riesce realmente a comprendere in modo definitivo quanto senza i segni rimane virtuale. Il paesaggio, nella sua ricchezza di relazioni fra segni e significati, nel suo rapporto fra architettura e natura, fa emergere come complessità e contraddizioni siano dialettiche essenziali fondative per comprendere il valore dei nostri luoghi, le tante lezioni che il patrimonio architettonico vela e svela sotto la coltre delle costruzioni. Per riscoprire l’importanza dell’architettura intesa come arte e come tecnica bisogna ripartire dalla memoria, scavare sotto ciò che si vede per condividere attraverso i segni ciò che attraverso il disegno viene percepito, selezionato, astratto, compreso, reinterpretato, esperito e conosciuto”.

Il workshop “Lizori. Segni e Dialoghi” è la prosecuzione del lavoro di studio ed analisi che già lo scorso anno ha portato alla realizzazione del workshop “Hortus Lizori” rivolto alle scuole di dottorato incentrate sui temi della rappresentazione e del paesaggio, che ha visto il coinvolgimento di oltre 25 dottorandi italiani e altrettanti docenti provenienti da tutto il mondo, fra cui il prof. Franco Zagari, autorità internazionale nell’ambito dell’architettura del paesaggio, venuto a mancare proprio in questi giorni. Con “Lizori. Segni e Dialoghi” le attività si incentrano specificatamente nel valore della rappresentazione, nella volontà di fare emergere attraverso il disegno le qualità e i significati del luogo.

Il percorso proposto offre al territorio e alla sua comunità i risultati di un’attività prettamente culturale, che coniuga ricerca, scienza e arte. Il progetto di Fabio Bianconi e Marco Filippucci è stato premiato dalla Fondazione di Ricerca Scientifica e Umanistica Antonio Meneghetti, che si sta prodigando anche nel territorio umbro per promuovere e diffondere una visione della vita secondo i principi dell’Umanesimo, declinato come cultura pratica di filosofia, di scienza, di arte e di economia fondata sul primato della ricerca. Fondata nel 2007 a Lugano, attraverso la formazione, l’educazione, il miglioramento e l’esercizio più alto delle facoltà umane dell’individuo perché possano essere servizio alla risoluzione dei bisogni che l’umanità propone di volta in volta.

La Fondazione è stata dichiarata di pubblica utilità dalla Confederazione Elvetica ed ha acquisito nel 2019 lo Status Consultativo Speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, per le attività di interesse pubblico e sociale che porta avanti. Il lavoro della Fondazione nel promuovere e supportare attività intellettuali e umanistiche, incoraggiare i contatti tra scienziati ed esperti di differenti nazionalità, facilitare lo scambio internazionale di informazioni e la diffusione di conoscenze scientifiche, è in linea con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs Sustainable Development Goals), soprattutto gli obiettivi 4, 11, 15, 16 e 17. In particolare come risposta agli SDGs 4, 11 e 17 la Fondazione promuove e sostiene iniziative e progetti per individuare soluzioni di alta formazione per incoraggiare l’evoluzione, lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione delle aree rurali e dei borghi.

Da questa prospettiva, in particolare, la Fondazione porta avanti il Progetto Lizori, che prevede l’organizzazione di eventi, workshop e summer session in cui il borgo medievale per diversi giorni all’anno, diventa una grande aula/laboratorio dove studenti, professori e artisti creano, studiano e insegnano. Lizori rappresenta in questo modo, un nuovo modello di educazione ambientale per la valorizzazione dei borghi attraverso progetti educativi universitari e artistici. Proficuo e molto attivo il rapporto di collaborazione instaurato a questo scopo dalla Fondazione con le Istituzioni del territorio.

Una partnership in virtù della quale, tra le altre cose, è la Fondazione ad aver acquisito la gestione del Palazzo Ducale Trinci, riqualificando gli spazi interni ed esterni per consentirne la piena fruibilità ai visitatori. Da oltre 9 anni la Fondazione apre tutte le domeniche e festivi il Palazzo Trinci nel borgo per consentire al pubblico di visitare questo gioiello medievale e le mostre che vi si organizzano. Un particolare riguardo poi è riservato alle attività artistiche.

La Fondazione infatti persegue il suo scopo sostenendo progetti che mirino ad educare all’arte promuovendo e sostenendo artisti che siano ispirati e mossi da una ricerca di grazia interiore. Un’arte che generi bellezza, che illumini e trasmetta valori al fruitore dell’opera artistica.